lunedì 13 dicembre 2010

Diary 007 - Un'altra Alba.

L'ascolto : Trio Elf / New Songs 




Appuntamento al solito posto, è ancora notte e lo sarà ancora per un po', Dicembre ancora stenta a far sentire l'Inverno, ciò non conforta le nostre aspettative. Il mare ci accoglie con quasi 15 ° C, temperatura ottima per passare una giornata all'aperto, ma di certo non giova alla nostra passione.
Fa niente; si montano le canne, scegliamo le mosche, optando per colouser in gallo pardo ed imitazioni che possano nuotare sutto lo scalino e nei frangenti che, nonostante la quasi mancanza di vento ancora ricordano lo scirocco dei giorni passati.
Si comincia a lanciare seguendo la linea delle onde, è comunque bello poter far nuotare una mosca alla ricerca di un pesce in caccia, l'acqua è perfetta, opalescente e ricca di materiali in sospensione, i presupposti ci sono tutti si seguita dunque di buona lena e con tanta fiducia.
Dopo poco il sole si leva, trovandoci imenrsi in un'alba luminosissima e dai toni stupendi, con gli occhi socchiusi si continua a pescare dritti verso il sole,  è quasi un peccato mettere gli occhiali, dopo tanta pioggia non pare vera una giornata del genere.




Il sole sale, qualche nuvola arriva da Nord Ovest, ma non preoccupa, adesso tutta la superficie dell'acqua è leggibile e, quasi come fosse un miraggio una bella cacciata in una buca tra le creste, subito la mia mosca nuota nell'acqua dove poco prima si è fatto vivo il predatore, purtroppo niente, ma è una bella iniezione di brio, il pesce c'è ed è pure in caccia.



 
Si continua, nel frattempo il sole si cela dietro nuvoloni che sempre più vanno ammassandosi dal mare verso terra, il mare comincia a montare regalandoci abbondanti spruzzi ed ecco l'ora di tornare a casa.
Senza pesci, ma di certo contenti per la bella mattinata trascorsa, torniamo a casa tra le solite chiacchere e proposizioni di pesca e dintorni.



                                                                                                                      Photo By Randaragna

giovedì 2 dicembre 2010

Diary 006 - Interrotta l'astinenza.

L'ascolto : Rory Gallegher / I L M I G L I O R E !!!
 


Vuoi per il tempo pessimo che ci accompagna ormai da settimane, vuoi per le condizioni della nostra maggiore foce, quella del Tevere, per la quale è prevista prorpio oggi un'ondata di piena di quelle storiche e, soprattutto per la nostra, per lo meno mia, scarsa vocazione all'astinenza alieutica, ci siam decisi a sfruttare questa bella giornata di sole per farsi un'uscita al laghetto a pagamento.
Non ho mai ritenuto il laghetto un luogo dove pescare vero e prorprio, quanto più un posto dove trascorrere del tempo con la complicità della pesca, infatti sono negato e ci capisco poco o niente. Ho sempre preferito pesche alternative purchè fossero su pesci nel loro habitat.
Fatto stà che oggi con grande piacere abbiamo goduto di una bella giornata di pesca in un bel lagho, con trote tutto sommato ben disposte ad attaccare i nostri streamer e pure un bel whiper bass preso dal compare con una ninfetta rossa, ovviamente il numero di pesci catturati da me è stato moooolto inferiore a quelli presi dal compare di pesca.
Comunque o per un verso o per un altro una buona cattura è uscita fuori coronando una giornata decisamente buona, visti pure gli standard a cui sono abituato e soprattutto visto che la pioggia è ritoranta a farla da padrone e per pescare toccherà aspettare diversi giorni.





 & 







                                                                                                                     Photo By Randaragna



Cap.010 - C R A C K ! ! !

L'ascolto : Rory Gallegher / I L M I G L I O R E !!!
 

Di certo sarà stato questo il rumore della vetta dell'amata Scott 9' per coda 10 del compagno di pesca, quanto, colpita dal grosso clouser minnow si è rotta poco sotto l'anello apicale.
Forse il vento forse un loop portato fuori asse hanno fatto si che mosca e carbonio si incotrassero con conseguenze nefaste per la canna e per la pescata, visto che eravamo arrivati da non più di un'ora e, il maestrale portava nubi verso di noi e di certo con loro acqua.
Dopo lo sgomento per l'accaduto si è passati all'azione, tolto l'apicale dai 2 centimetri di carbonio, ormai inservibili, con l'immancabile accendino badando a non far uscire la colla a caldo, abbiamo rastremato la vetta affinchè potesse entrare nell'anello e con la medessima colla lo abbiamo riposizionato, tutto sommato il lavoro è venuto decente e soprattutto ha permesso che si potesse seguitare a pescare senza pensieri e al momento dell'arrivo della poggia gia ci trovassimo senza rimpianti già sulla strada di casa.
Ovviamente il lavoro fatto sulla spiaggia era del tutto provvisorio, anche se funzionale, bisognava adesso rinsaldare e rifinire il tutto in maniera che non rimanessero tracce del fattaccio.
Un paio di serate per legare e verniciare l'anello sono state un piacevole passatempo in questi guiorni di pioggia battente.







                                                                                                                                Photo By Randaragn




domenica 28 novembre 2010

Diary 005 - La Prima Mareggiata.

L'ascolto : Shugo Tokumaru / Port Entropy






Ormai di quasi un mese fà l'ultimo scritto, il tempo trascorso si è  impiegato a far mosche, nella speranza queste possano regalarci la cattura tanto attesa, e a correr dietro al tempo metereologico.
La stagione è cambiata senza che qua da noi ci si potesse caprire molto, il mare è mutato una vastità di volte, ci siam ritrovati sulla riva con ogni condizione dall'alba al tramonto, per poco o molto tempo, ma il verdetto è sempre stato lo stesso; purtroppo a nostro sfavore, restiam comunque paghi delle belle giornate trascorse tra i cambi di luce ed il susseguirsi delle maree.
Per fortuna la stagione sembra aver preso il suo corso, anche se ancora un po a stento, si cominciano a vedere le prime mareggiate come si deve, allora ci si arma di waders e buona volontà affrontando il surf nel suo immenso fascino.
Dai primi momenti di pesca,  un lancio dopo l'altro ci si figura il fondo leggendo i frangenti, si cerca di indovinare le buche da bordeggiare e le vene di corrente che potrebbero arridere al nostro impegno, cercare di mantenere diretto il contatto con l'artificiale, affinchè non draghi, perchè si trovi nel posto giusto al momento giusto, intanto il mare intorno a noi schiuma e ribolle, una certa apprensione guardando le onde alte di più di tre metri che frangono a poca distanza da noi, l'unica distrazione.





Ormai il sole è alto e si è pescato sin da i suoi primi raggi, la giornata ha ormai preso il solito carattere,  purtroppo la solita apatia serpeggia nei nostri gesti e, mille dubbi si sono insinuati nelle nostre convizioni durante il silenzio della pesca, ... sarà la presentazione ? , ... non sarò alla giusta profondità ? , ... il finale ?, ... il mending ? ... e mille altri ancora.





A caldo non riesco ad osservare con chiarezza l'immensa confusione di punti interrogativi, solo tramite il confronto con il compagno di pesca, mentre si osservano le onde, godendone lo spettacolo e durante il tragitto verso casa, molti di questi si trasformano in spunti di riflessione e leve per le prossime uscite consolidando e arricchendo la nostra esperienza in acqua salata.

Resta solo da attendere la prossima mareggiata e la affronteremo con qualche nuova cartuccia.



                                                  Photo by Randaragna

domenica 24 ottobre 2010

Cap.009 - Neri & Bianchetti.

L'ascolto : Saltfishforty / Saltfishforty.


Prosegue mio malgrado la quieta inattività alieutica, la luna, che ultimamente trovo sempre nel posto per me sbagliato, non è dalla mia, infatti l'alzarsi alle 5 per andare a lavoro non mi consente di far nottata, se non immaginando di star sveglio più di 24 ore, resterebbero così le albe e i tramonti, che però il meteo ha impedito di frequentare. Fa niente, nel frattempo si costruisce, immaginando come le mosche si muoveranno sott'acqua e i luoghi dove la fantasia mette i nostri amati predatori.
Ovviamente e anche ripetitivamente dico che non si vive di sola pesca, molti altri piaceri e diletti trovano posto nelle giornate, piccole cose, che però danno un sapore diverso al tempo lasciato libero dal lavoro e trascorso in famiglia.
Prorpio di ieri, un quanto mai fortuito e piacevole incontro, durante la spesa per le proviste settimanale, di fronte al banco in un piccolo produttore dell'appennino Abruzzese, che gia conoscevano per gli scuisiti ed unici formaggi di capra, siamo stati accolti da un meraviglioso cesto di Tartufi Neri Uncinati. Senza dubitare riguardo la qualità del prodotto ne abbiamo presi alcuni, giusto per un gustoso piatto di pasta che rendesse omaggio al meglio al prezioso frutto della terra. 
Garantisco che i Bianchetti costruiti dopo pranzo son venuti molto melgio di quelli costriuti nelle altre occasioni.... 
Figuriamoci pescare dopo un piacere del genere a che risultati potrebbe portare...







Il risultato...




Doveroso, non per far pubblicità, ma per dare quanta più importanza possibile all'impegno e all'amore con cui una famiglia persevera portando avandi la cultura e la tradizione della produzione di formaggi e altri prodotti dell'agricoltura, a dir poco unici.






Photo By Randaragna

domenica 10 ottobre 2010

Cap.008 - Non solo di Pesca !!!

L'ascolto : Kalevi / Be The Change Yuo Want To See.


Non solo di pesca per fortuna...
Per il momento concentro la mia attenzione sul costruire artificiali che creino moviemnto e volume, nel frattemo, mi divido tra cucina e fotografia, il tempo non è molto ma cerco di metterlo a frutto nel migliore dei modi.
Quindi affiancata a i Kinky Muddler che preparo per le prossime notti, c'è una bella bottiglia di Sagrantino di Montefalco di casa Antonelli a cui è andato l'onore di far coppia con un coscio d'agnello al forno cotto lentissimamente, che con il senno di poi assicuro essere un abbinamento davvero eccezionale!
Buon ascolto quindi.





Per saperne di più :  ANTONELLI

 
                                                          Photo by Randaragna  

mercoledì 6 ottobre 2010

Diary 004 - FishWaching.

L'ascolto : Myöhä / Mini-male


Stavolta mi limito a mostrare un momento di quest'ultima uscita che, visti i risultati non merita poi molta prosa, di certo torneremo approfittando di questa ultime belle giornate incalzati da un certo moviemento al cambio di luce.

Buona visione e soprattutto buon'ascolto, merita, date retta...







                                                Photo by Randaragna


 

domenica 3 ottobre 2010

Diary 003 - La Costanza.

L'ascolto : Celtus / Music by Celtus



Finalmente di nuovo al mare.
Ci attendono condizioni favorevoli, venti, maree e condizioni del cielo sono decisamente tra le migliori, si decide quindi per 2 giorni di pesca, nella speranza di fare finalemtne qualche bell'incontro.
Già in foce poco dopo mezzogiorno, il punto d'acqua è previsto per le 15.30, visti i presupposti che fanno ben sperare faccio le cose in grande, la solita Switch rod con intermedia del 9, accoppiata  stavolta alla 9' con galleggiante del 12, giusta giusta per le grosse Crease Fly che spero di far mordere a qualche bel pelagico.



Montate le mosche, cui inseparabile è un piccolo bianchetto, si comincia a saggiare l'acqua.
La corrente, grazie al vento di sud ovest e alla marea montante, entra dal mare, situazione decisamente buona. 
Il punto di marea si avvicina, stranamente non c'è alcun tipo di attività, nonstante sia giorno non dovrebbe esserci calma piatta, nessun movimento, ne per noi ne per gli altri che pescano con le più svariate tecniche.




Brutto segno che non fà che confermare la serie negativa iniziata ormai da tempo...
Ci si sposta, certi che lungo le scogliere vada meglio, la schiuma fa ben sperare e battiamo, senza perderci d'animo, più di un chilometro di costa, il vento è fastidioso, ma è nostro alleato, dalla schiuma nessun segnale, neanche un'iseguimento o un'ombra che fugge sul fondo.
Il sole comincia a calare, stanchezza e scoramento ci trovano sedutti su un tronco tra i massi della scogliera, si riflette sul come e sul perchè di questa situazione e soprattutto su quanto dipenda dalle nostre abilità, a conti fatti ci sentiamo scagionati.




Di nuovo da zero, stavolta il nostro obbiettivo è la sabbia, andasse meglio sotto lo scalino o tra le scogliere sommerse.
Un buon punto, un pontile che si protende nel mare permettendo di pescare parallelamente alla spiaggia, facendo lavorare gli artificiali sia sotto lo scalino della riscacca che fra le scogliere artificiali sommerse.
Almeno quà, si ha la soffisfazione di pescare in un bel posto, l'orizzonte è ampio, il vento ha l'odore del mare e la posizione fa sì che si possa godere del tramonto ormai prossimo, rinfrancati  riacquistiamo fiducia e con nuova lena si continua a lanciare cercando la vena di corrente che possa portare l'attesa cattura.




Niente ...
Niente ...
Niente ...


Continuo a interrogarmi sul come e sul perchè senza trovare la benchè minima risposta ...




E' giunto il tramonto senza che niente sia cambiato, riprendiamo la strada di casa dandoci appuntamento prima dell'alba.

Già ai primi raggi del sole siamo in pesca, da una punta protesa in acqua si cominciano a scorgere le prime cacciate, il vento da sud alza onde sotto le cui creste si vedono sagome scure sfrecciare, l'eccitazione si fa sentire, riposta la Switch passo alla coda 12, unica che permette con constanza di raggiungere i pesci in attività con la volumiosa esca galleggiante. Ci alterniamo per quasi 2 ore, le cacciate si spostano e costringono a cambi di direzione all'ultimo momento, i cambi di artificiale si susseguono, ipotiziamo siano lecce amia, l'attività cala e, fatta eccezione per un paio di inseguimenti non abbiamo ottenuto altro, ma basta ed avanza per avere la dovuta carica.




Altra scogliera, anche qua inseguimenti e un bel serra dietro la mosca, che all'ultimo decide di non attaccare, ben altra cosa rispetto alla giornata precedente, proseguiamo lanciando su ogni segno di attività; di certo non è stata una di quelle giornate memorabili, ma è comunque servita a ridar fiducia e speranza per le future uscite, consci, che l'attesa sarà prima o poi ripagata.




                                                Photo by Randaragna

martedì 28 settembre 2010

Rods 001 - E U D E M O N I A .

L'ascolto : John McLaughlin / To the One

 
Ormai di qualche mese fà, ma non mi dispiace parlarne.
Pescando in mare, rivolgendo l'attenzione al pesce da me più ambito, la Spigola,  ho presto sentito la necessità di controllare la coda e l'artificiale nel migliore dei modi, affinchè questo possa sondare ogni strato d'acqua e ogni filo di corrente.
Vien da se che la classica canna di 9' non permette il giunsto contantto con la mosca, in virtù della sua lunghezza e soprattutto dell'uso di code WF, quindi, ho cominciato a pensare a come modificare la mia attrezzatura così chè potessi ottenere il miglior controllo possibile in acqua.
Lo studio è durato qualche mese, leggendo libri provenienti da oltre oceano e i più nostrani colleghi che già avevano affrontato il problema, alla fine il risultato è stato palese, dovevo procurarmi una SWITCH ROD .
Adesso il problema stava nella scelta dell'attrezzo, che oltre tutto in città non risultava facile da provare, anzi impossibile, quindi avere una valutazione personale non mi era possibile.
Ci ho messo poco a capire che avrei dovuto rischiare, azzardando un acquisto per il quale non avevo altro che notizie scritte. Deciso quindi all'azzardo,  il mio sguardo si è rivolto nuovamente all'altra sponda dell'Atlantico, ed ecco fatto l'ordine di una bella 10' piedi e 8" per coda 7, pagata una cifra decisamente onesta e che prometteva di svolgere il prorpio dovere con onore.






Il tempo di averla a casa ed è stata seguita da i componenti necessari per completatre la costruzione.
Anelli Recoil, porta mulinello Strubble, oggetti che si rendono indispensabili se si vuol stare al sicuro dalla corrosione.
Ma di nuovo un intterrogativo, con quale manicatura allestire il grezzo?
Sul mercato non ho trovato molta scelta e, quello che pera disponibile non incontrava di certo i miei gusti.
Altra sfida, costruire la manicatura a mano, realizzazione che non mi sono mai azzardato a fare in casa e, della quale non avevo la ben che minima cognizione, se non quella che potevo aver intuito dalla rete.
Nuova ricerca, fatta dell'osservazione dei lavori altrui e di qualche testo  sul tema fortunatamente trovato in rete. Decisa la forma, quanto più semplice possibile per il presupporsto fatto poco fà,  ed i materiali , son riuscito a realizzare il manico, al costo di diversi giorni passati a rimuginare su come affrontare tutte le difficoltà costruttive con i pochi mezzi in mio possesso (un trapano a batterie, una morza da banco e vairie carte abrasive) e poche decine di eruro di sughero grezzo aquistato on line da Portoglallo.






Finito il manico, non rimaneva che assemblare il grezzo, con la grande soddisfazione che mi procura costruire un oggetto con il quale potrò pescare e che rispecchierà le mie esigenze ed i miei gusti.
Mancava il Nome, come la tradizione vuole, la canna deve averne uno e che per me non poteva essere che EUDEMONIA, parola greca che intende il senso di felicità come scopo ultimo della vita. Concetto fin troppo profondo per star su una semplice canna da pesca, ma l'idea mi piaceva e adesso fa bella mostra di se sul fusto della canna.
Un particolare che sin ora ho trascurato. Dal momento in cui ho ricevuto il fusto di carbonio, sino a quando ho usato la canna finita in pesca per la prima volta, le sue caratteistiche erano poco più che teoria, fatto salvo per quello che avevo potuto spiare maneggiando il grezzo e successivamente la canna finita in casa.






Finalemnte il battesimo del fuoco, una vera scoperta, diametralemente all'opposto del mio solito modo di lanciare, ma l'azione mi paiceva, era solo una questione di calibrare i propri tempi per una canna dalle caratteristiche inedite, c'è voluto del tempo ma adesso non tornereri a pescare fra le onde con altri attrezzi.
In pesca, il poter contare su movimenti rilassati e più fisiologici per le mie attitudini, giova molto, permettendomi di risparmiare energie ed arrivare al termine della giornata senza aver patito una canna troppo prepotente per la sua rapidità e per i tempi che impone.






Per saperne di più :

Grezzo :

Rainshadow RX7 Switch 10'8"

Anellatura :

Recoil Double Foot.
Recoil Single Foot.

Pporta mulinello :

Strubble Manufactoring Co.

La manicatura è costruita con del semplice sughero portoghese, di quello pressato ad alta temperatura che gli inglesi chiamano Burl, non ho utilizzato i dischi perhè per otterenere la qualità da me desiderata avrei speso una fortuna, dovendo costruire una manicatura di più di 30 cm.
Gioco forza, utilizzando la canna al mare, è una mano di U-40 Cork Seal, liquido da stendere a pennello sul manico che non consente al sale di rovinare il sughero e permette di pulire lo sporco con una semplice passata di acqua e sapone.
Unica nota, il sugero dopo l'applicazione risulterà leggermente più scuro, come fosse bagnato ,  ben poca cosa a dispetto dei benefici ottenuti dal suo utilizzo.




                                                Photo by Randaragna
 

sabato 18 settembre 2010

Friends - 001 Bass & Guitar !

Un doveroso omaggio ad un amico e la sua band per l'impegno e lo spirito !




 &





Grande Frecchese !!!

Diary 002 - Non solo Storia di Vento ...

L'ascolto : Stefano Bollani / ... Jazz ...


Deciso il giorno in cui si esce grazie alle tavole di marea e alle previsioni dei venti, ma non tutto sembra quadrare, si parte ugualmente, affardellati della solita fiducia e caparbietà, bagaglio leggero e vitale.






Giunti in foce nel tardo pomeriggio, il sole riscalda del suo colore un fronte di nuvolaglie che scorrono sopra di noi verso Nord Est,  ad un primo sguardo l'acqua non tradisce niente dei suoi abitanti, si monta e si comincia, io scelgo di cominciare con una shooting head da 400 gr , 9 ips. Troppo! Sarà meglio lasciarla per la grande corrente delle giornate invernali.
Così dopo aver regalato qualche artificiale al fondo del fiume, torno all'intermedia e comincio a cercare il pesce tra gli anfratti dei massi, ...





I lanci si susseguono, il vento non ci tradisce, la leggera brezza di Sud Ovest accompagna i nostri gesti increspando quanto basta la superficie del mare, senza quasi che ce ne accorgiamo,  il sole scende sino all'orizzonte , ci siamo,  da questo momento in poi potrebbe essere esaudito ogni nostro desiderio, tutto potrebbe accadere ...






Con trepidazione e attenzione si spia la scatola degli artificiali, se ne sceglie uno affidandogli ogni speranza, lo si lega con cura e si ricomincia a lanciare, sperando che qualche pelagico tradisca la sua presenza sulla superficie dell'acqua, gli occhi socchiusi nella luce abbagliante del tramonto scrutano il fiume verso il mare, seguono l'artificiale che ritorna verso il pescatore sperando nell'incontro, poi un'altro lancio ed un altro ancora, di seguito sino a che la luce e la tenacia lo permeteranno...

Il pesce non si è lasciato lusingare neanche questa volta, di certo quest'anno c'è qualcosa che ci sfugge, non permettendoci di capire il come ed il perchè del suo comportamento.
Non ha uguali però il concludere la giornata pescando nel tramonto.




                                                                                                                              Photo by Randaragna

domenica 12 settembre 2010

Cap.007 - In Attesa di un Buon Vento...

L'ascolto : Harry Connick jr / All The Way

Finalmente Settembre, Tempo in cui i bagnanti liberano le spiagge, ragazzi e ragazzini di tutte le età si ritirano nelle loro aule e il mare, ritorna tranquillo come prediligiamo noi pescatori, che possiamo dedicarci con tranquillità alla pesca, nella speranza di incontrare qualche bel pelagico, che in questa stagione di solito non si fa pregare.

Sembra vero ...

Questo preambolo, suona come il " C'era una volta ... " o il " ... vissero felice e contenti ... " delle fiabe.

Infatti, dopo un periodo di relativa alta pressione e stabilità,  che faceva presagire lo stabilizzarsi delle temperature, chiusosi con l'ultima uscita, se pur poco fruttuosa, è seguita una settimana che ha rimescolato le carte in tavola e altrettanto il mare, quasi tutti i venti si son premurati di  restituire un gran bel parapiglia in cui andare a pescare.
Di certo l'unica soluzione sarà quella di pescarci, ma, l'aver guardato con attenzione a tavole di marea e previsioni dei venti, non mi mette dell'umore migliore e soprattutto, scompiglia quel poco di idee che mi ero fatto su luoghi e pesci, frutto delle ultime uscite; quindi, Pesci Serra e magari Leccie Amia, che potevano essere quasi certezze, son diventati miraggi,  di certo non mollo a costo di correre dietro la Fata Morgana.

Nei giorni passati purtroppo di pescare non se ne è nemmeno parlato,  lavoro ed altri impegni l'han fatta da padroni, quanto meno mi son preparato per  non farmi trovare sguarnito in vista della futura uscita.
Il tempo trascorso a lavoro e lo studio delle condizioni del mare , sono stati egregiamente corroborati da una bottiglia di Eccellente Montepulciano d'Abruzzo;  una giusta soluzione per lenire spirito e corpo, In Attesa di un Buon Vento...



L'azienda che lo produce merita seria attenzione, un vino che regala belle sensazioni e piacere.



... per saperne di più :

Masseria Coste di Brenta



  Photo by Randaragna

venerdì 3 settembre 2010

Cap.006 - Nick Adams Stories.

Questo pomeriggio, di ritorno dal lavoro, acoltavo come di consueto la radio e per caso mi sono inbattutto in un racconto di Ernest Hemingway, letto dal bravo Ennio Fantastichini, sino alla fine della lettura non ho saputo ne di chi fosse lo scritto ne tanto meno chi lo stesse leggendo, ho potuto però apprezzare il modo con cui veniva descritto l'ambiente del Two Heart River e con poco mi son trovato lì con Nick mentre pescava tra gli erbai ed i tronchi del fiume.
Di certo uno dei modi migliori per concludere una settimana di lavoro e poter tornare sul fiume in un venerdì pomeriggio anche se tra le strade della città.





Altri racconti ed altre letture ...


Stavolta anzichè proporre a chi legge un brano musicale o un artista, propendo per proporre un qualcosa che solleciti altri sensi, completando una bella lettura e ancor di più una bella cena.
Un Vino non facile da trovare nella mia città, trovato in una piccola enoteca per puro caso, ma di sicuro effetto pur mantenendo un modesto costo.



                                                     Photo by Randaragna

giovedì 2 settembre 2010

Diary 001 - The Seabass Factory.

L'ascolto : ZaPPa FrAnK / FREAK OUT

Siam partiti ancor prima dell'alba, un leggero vendo da Nord-Nord-Est ci ha accolti sulla spiaggia prima delle scogliere dove siamo soliti pescare, con il solo sciabordio della risacca. 



Montate le canne, i primi lanci e, neanche un predatore, cosa insolita per il posto; già i primi dubbi; una mezz'ora ancora e questi sono stati avvalorati dalla assoluta non presenza di cacciate e da un escavatore che ha cominciato a lavorare sulle dighe foranee appena salito il sole...
Pessimo inizio...




Cambio di programma!
Ci si sposta!
La prima meta è un bel caffè forte, davanti al quale si ragiona sul dove e sul come, intanto il vento non ci aiuta, non cambia, ma non demordiamo.
Alla fine si opta per il salmastro. Dritti in foce quindi, dove per prima cosa diamo da mangiare alle zanzare, quindi, prese le dovute misure, ci siam messi a pescare di buona lena cercando di cavar fuori il famigerato Pesce.

A metà mattinata finalmente il vento gira e spira da Ovest-Sud-Ovest, non eccezionale, ma di certo meglio di quello che avevamo, insistiamo, insistiamo e ancora insistiamo, corriamo dietro a ogni ombra sul fondo e tra i sassi, ammiriamo, cercando di insidiarli, dei pelagici di dimensioni ragguardevoli, che sfrecciano sotto il pelo dell'acqua, ma niente, niente di niente.




Pesci pochi, o meglio niente, ma al solito ci siam goduti una bella giornata di sole ed abbiamo approfittato per vedere uno o due posti dei quali si parlava da tempo, ma per un motivo o per un altro, non avevamo trovato il modo di bagnarci la coda.




Una povera tracina, vittima di qualche incapace a slamarla...



Ovviamente la colonna sonora è in tono con la giornata!

                                       Photo by Randaragna

lunedì 30 agosto 2010

Cap.005 - Fly Fishing & Art

L'ascolto : LUDOVICO EINAUDI / DIVENIRE

Nessuno di noi, signori, credo faccia mistero del fatto che, oltre le discussioni di carattere tecnico riguardo canne all'avanguardia, mosche sempre più ricercate, strategie e mode; alla base della nostra bella pesca ci sia un fondo di poesia, di senso del bello, che muove ogni nostra azione e riflessione.
Credo non dispiacciano, dunque,  i lavori di questo Signore, che ha ampliato e unito la passione per la pesca a mosca a quella per la pittura, la cui unione risulta a dir poco bella.
Cliccando sull'immagine i suoi lavori!




... per saperne di più :

martedì 24 agosto 2010

Cap.004 - LA MIA PATAGONIA ...

L'ascolto : PAOLO CONTE / CONTEPAOLO

" La pesca a mosca per me è sempre più spesso una serie di ricordi, ricordi di fiumi che frequentavo nell'adolescenza, dove si poteva pescare con dei tricotteri ( e non sedge come oggi ) su amo 10 se non 8 e, i pesci, anche quelli grossi grossi salivano e mangiavano senza troppi complimenti, nel bel mezzo dei correntoni di schiuma bianca, oppure dietro un sasso sotto i miei piedi senza curarsi dello 0,16 che  legava la mosca.
Da quel momento si apriva la partita che, spesso era vinta dalla bella fario che riguadagnava il suo territorio di caccia. "


Oggi invece, sento parlare di corsi d'acqua dove prendere un bel pesce è cosa ardua, e peggio ancora, c'è il fatto che il mal capitato pesce di turno abita quel corso d'acqua suo malgrado, grazie alla decisione di un "pescatore", che manco gli ha spiegato di trovarsi in un no-kill, dove gli passeranno più ami che insetti davanti al muso...


Mi dispiace ma vedo sempre più questi luoghi come un pescatorodromo e non come un esempio di tutela, dove la tutela si trasforma in cattività meramente asservita alla pesca.
Non me ne vogliate per questo piccolo sfogo, non voglio inveire nei confronti dei tratti no-kill e soprattutto nei confronti dell'impegno di chi cerca di infondere cultura e salvaguardia degli ecosistemi, Ma la mia preferenza va sempre alla Bandita di Pesca. 

Finalmente posso ripopolare quei ricordi di quasi 20 anni fà, infatti  da qualche anno, in una piccola valle delle Alpi Retiche ho trovato un corso d'acqua, tumultuoso e ostico alla pesca, dove ancora le trote si comportano come nei miei ricordi, un posto da rispettare e ringraziare per le bellissime catture che è capace di donare.



 





Le condizioni di luce erano veramente scarse il mosso prevale ma anche il colore fa la sua parte !








Anche con le ninfe non va affatto male! 









mercoledì 18 agosto 2010

Cap.002 - ARRIVANO I SERRA ED ECCO I BANGER !

Con questa mia breve descrizione non voglio raccontare come si costruisce un Banger, me ne guardo bene!
Descrivo semplicemente come li faccio io, spendendo una cifra onesta e utilizzando ingegno e materiali che posso reperire con facilità e in quantità da potermi permettere di costruire senza pensieri e senza che l'aspetto delle mie mosche e la loro funzionalità siano alterati o ridotti.


Servono:
- 1 foglio di carta da regali, per meglio dire plastica, che sia rilucente o catarifrangente.
- Pennarelli del colore che si vuole che abbia il Bangher, io per i Serra uso ARANCIO o ROSSO.
- Rotolo di NASTRO BIADESIVO.

Appoggio il lato adesivo del nastro sul foglio di materiale plastico e lo faccio aderire bene, dopodichè lo rifilo sul profilo del nastro.
Coloro poi la plastica dei colori che voglio o addirittura disegno e creo gli occhioni adesivi.


Con della schiuma a celle chiuse ( uso i galleggianti da piscina, quelli a tubone ) faccio dei cilindretti proporzionati all'amo che uso, che poi rivesto con la striscia di catra rifrangente, adesso diventata adesiva,  e rifilo sulle testate del cilindretto. In fine applico gli occhioni.
Ovviamente il risultato non è precisissimo, ma la precisione è una qualità che ognuno di noi decide in funzione dei sui gusti, ma tutto sommato per quello che deve vedere il pesce non credo vadano male.

Due scatti di seguito.




Attendo qualche ora di modo che il mastice del biadesivo si stabilizzi e faccia la sua presa come si deve.
A questo punto per finitura e soprattutto per inrobustire l'artificiale passo una mano di Flex-Coat, quella per le legature delle canne da pesca per intendersi, la preferisco alle classiche epossidiche  che creano uno spessore troppo elevato ed un rivestimento troppo rigido e vetroso che porta a ritrovarsi tra le mani mosche che si rompono come fossero di vetro, mentre la Flex-Coat resta flessibile e difficilmente si rompe, in oltre non ingiallisce con il sole.

Unico neo !?!
Servono 12 ore perchè sia maneggiabile e un rotore per far si che si asciughi senza colature...




Craft fur e polar chenille rifiniscono i cari Banger !!!