lunedì 30 agosto 2010

Cap.005 - Fly Fishing & Art

L'ascolto : LUDOVICO EINAUDI / DIVENIRE

Nessuno di noi, signori, credo faccia mistero del fatto che, oltre le discussioni di carattere tecnico riguardo canne all'avanguardia, mosche sempre più ricercate, strategie e mode; alla base della nostra bella pesca ci sia un fondo di poesia, di senso del bello, che muove ogni nostra azione e riflessione.
Credo non dispiacciano, dunque,  i lavori di questo Signore, che ha ampliato e unito la passione per la pesca a mosca a quella per la pittura, la cui unione risulta a dir poco bella.
Cliccando sull'immagine i suoi lavori!




... per saperne di più :

martedì 24 agosto 2010

Cap.004 - LA MIA PATAGONIA ...

L'ascolto : PAOLO CONTE / CONTEPAOLO

" La pesca a mosca per me è sempre più spesso una serie di ricordi, ricordi di fiumi che frequentavo nell'adolescenza, dove si poteva pescare con dei tricotteri ( e non sedge come oggi ) su amo 10 se non 8 e, i pesci, anche quelli grossi grossi salivano e mangiavano senza troppi complimenti, nel bel mezzo dei correntoni di schiuma bianca, oppure dietro un sasso sotto i miei piedi senza curarsi dello 0,16 che  legava la mosca.
Da quel momento si apriva la partita che, spesso era vinta dalla bella fario che riguadagnava il suo territorio di caccia. "


Oggi invece, sento parlare di corsi d'acqua dove prendere un bel pesce è cosa ardua, e peggio ancora, c'è il fatto che il mal capitato pesce di turno abita quel corso d'acqua suo malgrado, grazie alla decisione di un "pescatore", che manco gli ha spiegato di trovarsi in un no-kill, dove gli passeranno più ami che insetti davanti al muso...


Mi dispiace ma vedo sempre più questi luoghi come un pescatorodromo e non come un esempio di tutela, dove la tutela si trasforma in cattività meramente asservita alla pesca.
Non me ne vogliate per questo piccolo sfogo, non voglio inveire nei confronti dei tratti no-kill e soprattutto nei confronti dell'impegno di chi cerca di infondere cultura e salvaguardia degli ecosistemi, Ma la mia preferenza va sempre alla Bandita di Pesca. 

Finalmente posso ripopolare quei ricordi di quasi 20 anni fà, infatti  da qualche anno, in una piccola valle delle Alpi Retiche ho trovato un corso d'acqua, tumultuoso e ostico alla pesca, dove ancora le trote si comportano come nei miei ricordi, un posto da rispettare e ringraziare per le bellissime catture che è capace di donare.



 





Le condizioni di luce erano veramente scarse il mosso prevale ma anche il colore fa la sua parte !








Anche con le ninfe non va affatto male! 









mercoledì 18 agosto 2010

Cap.002 - ARRIVANO I SERRA ED ECCO I BANGER !

Con questa mia breve descrizione non voglio raccontare come si costruisce un Banger, me ne guardo bene!
Descrivo semplicemente come li faccio io, spendendo una cifra onesta e utilizzando ingegno e materiali che posso reperire con facilità e in quantità da potermi permettere di costruire senza pensieri e senza che l'aspetto delle mie mosche e la loro funzionalità siano alterati o ridotti.


Servono:
- 1 foglio di carta da regali, per meglio dire plastica, che sia rilucente o catarifrangente.
- Pennarelli del colore che si vuole che abbia il Bangher, io per i Serra uso ARANCIO o ROSSO.
- Rotolo di NASTRO BIADESIVO.

Appoggio il lato adesivo del nastro sul foglio di materiale plastico e lo faccio aderire bene, dopodichè lo rifilo sul profilo del nastro.
Coloro poi la plastica dei colori che voglio o addirittura disegno e creo gli occhioni adesivi.


Con della schiuma a celle chiuse ( uso i galleggianti da piscina, quelli a tubone ) faccio dei cilindretti proporzionati all'amo che uso, che poi rivesto con la striscia di catra rifrangente, adesso diventata adesiva,  e rifilo sulle testate del cilindretto. In fine applico gli occhioni.
Ovviamente il risultato non è precisissimo, ma la precisione è una qualità che ognuno di noi decide in funzione dei sui gusti, ma tutto sommato per quello che deve vedere il pesce non credo vadano male.

Due scatti di seguito.




Attendo qualche ora di modo che il mastice del biadesivo si stabilizzi e faccia la sua presa come si deve.
A questo punto per finitura e soprattutto per inrobustire l'artificiale passo una mano di Flex-Coat, quella per le legature delle canne da pesca per intendersi, la preferisco alle classiche epossidiche  che creano uno spessore troppo elevato ed un rivestimento troppo rigido e vetroso che porta a ritrovarsi tra le mani mosche che si rompono come fossero di vetro, mentre la Flex-Coat resta flessibile e difficilmente si rompe, in oltre non ingiallisce con il sole.

Unico neo !?!
Servono 12 ore perchè sia maneggiabile e un rotore per far si che si asciughi senza colature...




Craft fur e polar chenille rifiniscono i cari Banger !!!